Aprile 11, 2025

Pensione di Reversibilità.

Pensione di Reversibilità.

La pensione di reversibilità (ai sensi della legge n. 898/1970),  rappresenta una delle principali prestazioni previdenziali erogate dall’INPS a favore dei familiari superstiti di un lavoratore o pensionato deceduto. È un diritto importante, spesso fondamentale per garantire una continuità economica alla famiglia in un momento delicato.

Cos'è la pensione di reversibilità

La pensione di reversibilità consiste in una quota della pensione che il defunto percepiva (o avrebbe percepito) al momento della morte. Si distingue dalla pensione indiretta, che invece si riferisce a casi in cui il defunto non era ancora pensionato, ma aveva maturato i requisiti minimi per una pensione.

A chi spetta la pensione di reversibilità

La legge stabilisce con precisione chi ha diritto a questa prestazione. I beneficiari sono:

  • Coniuge (anche separato o divorziato con diritto all’assegno divorzile);
  • Figli minorenni, studenti o inabili al lavoro;
  • Altri familiari (genitori, fratelli, sorelle) solo in mancanza dei precedenti e se a carico del defunto.

Nel caso del coniuge divorziato, è importante ricordare che il diritto alla pensione di reversibilità può essere riconosciuto solo se era titolare di un assegno divorzile al momento del decesso dell’ex coniuge.

A quanto ammonta

L’importo della pensione di reversibilità varia in base al numero e al tipo di superstiti. Le percentuali base sono:

  • 60% al coniuge;
  • 70% al figlio solo;
  • 80% con coniuge e un figlio;
  • fino al 100% con più superstiti.

Tuttavia, l’importo può essere ridotto in base al reddito del beneficiario, secondo soglie aggiornate annualmente.

Come fare domanda

La domanda si presenta online sul sito INPS, tramite:

  • SPID, CIE o CNS;
  • Patronati;
  • Contact Center INPS.

È consigliabile allegare tutta la documentazione necessaria (certificato di morte, stato di famiglia, documenti d’identità, eventuale sentenza di divorzio, ecc.) per evitare ritardi nell’erogazione.

 

Quando rivolgersi a un avvocato

In alcuni casi, l’assistenza legale può rivelarsi determinante, ad esempio:

  • Per il riconoscimento del diritto da parte del coniuge divorziato;
  • In presenza di contenziosi tra più superstiti;
  • In caso di rigetto della domanda da parte dell’INPS;
  • Per ottenere gli arretrati non versati.

 

 


Lo studio legale può supportarti nella valutazione della tua posizione e nell’eventuale ricorso, anche in sede giudiziale.

Per info https://www.studiolegalecalderoni.com/contatti/

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